Guerra commerciale Usa Cina: cosa sta succedendo e qual è l’impatto sul commercio globale

08.14.2025
Tiro alla fune tra bandiera americana e bandiera cinese che simboleggia la guerra commerciale USA-Cina

Il 2025 segna una fase di svolta nella disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina. Le due potenze hanno impresso mutamenti sostanziali alle tariffe doganali e al trattamento delle merci a basso valore, influenzando fortemente il commercio globale. Questo articolo si propone di spiegare gli elementi fondamentali di questa complessa situazione: dazi in vigore, novità sull’esenzione “de minimis”, volumi commerciali e uno sguardo dall’alto su come si muovono le cose in questa economia strettamente interconnessa. 

Cominciamo con uno sguardo alle novità più recenti. Buona lettura!

Dazi Usa Cina, ultime news: aggiornamento sui dazi USA per le importazioni dalla Cina

Per iniziare, diamo un po’ di contesto. Gli Stati Uniti avevano esteso una tariffa del 10% il 4 febbraio 2025, seguita da un aumento al 20% il 4 marzo, motivato da preoccupazioni legate alla crisi degli oppiacei. Successivamente, l’11 aprile, l’amministrazione ha aggiunto un tasso “reciproco” del 34%, che entro il 12 aprile è salito a un livello effettivo fino al 145% su alcune categorie di importazioni dalla Cina. In risposta, la Cina ha imposto dazi fino al 125% sulle merci statunitensi.

A questo punto, per calmierare la tensione, è stato negoziato un accordo il 12 maggio 2025 che ha ridotto i dazi statunitensi sui prodotti cinesi al 30% e quelli cinesi su prodotti americani al 10%, con validità fino al 12 agosto 2025.

Recentemente, però, funzionari Usa e cinesi hanno tenuto colloqui a Stoccolma, precisamente il 29 luglio 2025, concordando di perseguire l’estensione della tregua tariffaria oltre la scadenza di metà agosto; tuttavia, la decisione finale resta nella mani del Presidente Trump.

A quanto ammontano i dazi dalla Cina agli USA?

Ma parliamo anche dei dazi retaliatori imposti da Pechino verso gli Stati Uniti. La Cina, infatti, ha risposto alle manovre di Washington imponendo dazi aggiuntivi che nel giro di pochi giorni sono aumentati esponenzialmente, passando dal 34% a inizio Aprile fino al 125% entro il 12 Aprile 2025. Successivamente, con l’accordo di maggio, ha ridotto i dazi al 10% fino al 12 agosto 2025, come parte della tregua. 

Ciò mostra come gli interventi siano stati estremamente dinamici e reciprocamente penalizzanti, con effetti concreti su settori sensibili come agricoltura, materie prime strategiche e tecnologia.

Cos’è l’esenzione “de minimis” negli Stati Uniti e cosa è cambiato?

Un’altra manovra particolarmente impattante, relativa ai recenti cambiamenti nelle dinamiche commerciali globali, è stata la riduzione e successiva sospensione integrale del “de minimis”. In passato, la soglia di $800 consentiva l’ingresso negli Stati Uniti di pacchi a basso valore senza dazi o procedure doganali formali, una norma prevista dalla Section 321 del Tariff Act del 1930. Questa regola ha alimentato il boom di piattaforme come Shein e Temu, che spedivano prodotti economici direttamente ai consumatori USA senza costi aggiuntivi.

Tuttavia, a partire dal 2 maggio 2025, l’amministrazione ha eliminato l’esenzione per i pacchi provenienti da Cina e Hong Kong. All’inizio, le tariffe applicate erano pari al 120 % oppure a una tariffa fissa di 100 $, successivamente ridotte al 54% a partire dal 14 maggio 2025.

Inoltre, il 30 luglio 2025, un nuovo ordine esecutivo ha esteso la sospensione dell’esenzione a livello globale, con decorrenza dal 29 agosto 2025: per sei mesi, i pacchi via posta internazionale subiranno tariffe fisse tra 80 $ e 200 $, dopodiché si passa a dazi proporzionali ad valorem per ogni paese di origine. Il provvedimento ha già causato una flessione del traffico postale dalla Cina del 35% e un calo del 4-5% nelle azioni di FedEx e UPS.

Quanto commerciano gli Stati uniti con la Cina?

Vediamo ora qualche dato veramente interessante, che forse vi aiuterà a farvi un’idea più chiara del quadro completo. 

Nel 2024, il totale degli scambi di beni tra USA e Cina ha superato i 580 miliardi di dollari: circa 438 miliardi in importazioni USA dalla Cina e 143 miliardi in esportazioni Usa verso la Cina, generando un significativo deficit commerciale di 295 miliardi. Questo squilibrio è rimasto invariato anche nei primi mesi del 2025, nonostante le oscillazioni tariffarie.

In particolare, il deficit ha reso gli Stati Uniti fortemente dipendenti da alcuni settori esteri come l’elettronica, il tessile e componentistica; in parallelo, la Cina ha puntato sulle vendite verso gli Usa per materie prime e tecnologia avanzata. Le tensioni tariffarie hanno già spinto molte aziende cinesi a reindirizzare le esportazioni verso il Sud-Est asiatico, con un aumento del 30% via Vietnam e del 25% via Indonesia, al fine di aggirare i dazi diretti.

Chi ha più bisogno di chi, Cina o Usa?

Per quanto riguarda la dipendenza reciproca, quindi, appare evidente che gli Stati Uniti importano molto più dalla Cina (438 mld $) rispetto a quanto esportano (143 mld $), rendendo Washington più vulnerabile alle interruzioni nella catena di approvvigionamento cinese.

D’altra parte, la Cina resta esposta a misure punitive statunitensi: l’aumento dei dazi riduce l’accesso di Pechino al mercato americano. In risposta, Pechino ha annunciato sostegni finanziari, meccanismi fiscali, zone franche e misure di promozione dell’export interno, per ammortizzare l’impatto sulle aziende esportatrici; ciò non toglie però che queste misure punitive siano un grosso problema per l’economia cinese.

In sintesi: gli Usa beneficiano di prodotti di consumo a basso costo, ma soffrono il deficit. La Cina, pur avendo surplus, deve affrontare barriere che ne condizionano le vendite verso gli Stati Uniti. Questo quadro suggerisce una pressione reciproca ma con effetti diversi sulle strategie commerciali di entrambi i Paesi.

In conclusione, le misure adottate nel 2025 – dalla escalation dei dazi alla sospensione globale del regime “de minimis” – stanno ridefinendo il commercio internazionale a velocità imprevedibili. 

Grazie alla conoscenza di questi cambiamenti, le aziende che operano su scala globale possono pianificare il proprio business in modo più efficace. Vi incoraggiamo a contattare CTI per una consulenza mirata e capire come adattare la vostra supply chain a questo contesto in rapido mutamento, minimizzando l’impatto operativo e tariffario.