Congestioni portuali: come si formano e come evitarle

07.28.2025
Nave cargo entra in un porto soggetto a frequenti congestioni portuali

In effetti, le congestioni portuali rappresentano un vero e proprio “ingorgo marittimo”, una sorta di collo di bottiglia del commercio via mare. Navi in attesa di ormeggio, container in stoccaggio prolungato, automezzi in coda, tutto questo rallentamento del flusso logistico causa ritardi, costi più alti e difficoltà per l’intera filiera. 

Per questa ragione, è  importante comprendere le dinamiche che causano queste problematiche e attuare soluzioni concrete ed efficaci. In questo articolo proponiamo un’analisi di questi fenomeni, speranzosi possa tornare utile a chi desidera evitare complicazioni di questo genere. 

Quali sono le operazioni portuali?

Per capire come si generi un ingorgo marittimo, è fondamentale partire dalle sequenze operative che avvengono quotidianamente in un porto. 

  • Ormeggio e disgaggio: la nave arriva, avviene l’ormeggio e parte il lifting dei container;
  • Movimentazione nel piazzale: attraverso gru, reach stacker, carrelli elevatori, sistemi di trasporto interno (come i terminal tractor), e coordinamento tramite il TOS (Terminal Operating System);
  • Transito delle merci via gomma o rotaia: i container vengono caricati su camion o treni e tolti dal terminal;
  • Sdoganamento e controlli doganali

Se una di queste fasi rallenta, l’intero flusso ne risente. Per esempio, sistemi gate lenti o processi burocratici manuali possono provocare code di camion in attesa e causando un effetto domino sullo stoccaggio e sulla disponibilità degli spazi nel piazzale. Inoltre, il TOS gioca un ruolo cruciale nello smistamento. Sistemi moderni, basati su IoT, 5G e algoritmi predittivi, permettono di ottimizzare lo stacking dei container e la gestione delle risorse, diminuendo code e attese . Dove il TOS è inefficiente o obsoleto, si generano rallentamenti che compromettono la fluidità delle operazioni .

Cosa sono i terminal portuali?

In altre parole, i terminal portuali sono l’hub fisico e operativo dove avviene la transhipment, ossia lo scambio tra nave e veicolo terrestre o ferroviario. I principali terminal sono:

  • Container terminal: destinati esclusivamente a container;
  • Terminal polivalenti: gestiscono sia merce general cargo sia container;
  • Terminal bulk/liquidi: dedicati a cereali, petrolio, minerali, ecc.

Il TOS non solo coordina la movimentazione, ma definisce anche la scansione dei gate, controllando l’accesso dei camion e il flusso in entrata e uscita, così da ridurre “gate congestion”. In porti altamente digitalizzati, i sistemi permettono la pre-registrazione e il riconoscimento automatico degli automezzi, accelerando i tempi di transito. Se questo sistema, invece, è obsoleto o non integrato, l’efficienza cala notevolmente.

Come si genera la congestione portuale

La congestione nasce quando l’offerta di spazi e servizi portuali non regge alla domanda. Nello specifico, possono sussistere motivazioni legate a una determinata rotta in un determinato periodo storico, o a situazioni critiche presso porti con infrastrutture obsolete. Per iniziare, vediamo alcune cause:

  1. Picchi di traffico imprevisti, come il boom di richieste prima del Lunar New Year;
  2. Capacità limitata: mancanza di banchine, yard, automezzi o vagoni;
  3. Scarsità di manodopera, dovuta a scioperi o carenze croniche di personale;
  4. Inefficienze organizzative o tecnologiche, come sistemi TOS obsoleti;
  5. Fattori esterni, tipo meteo avverso o tensioni geopolitiche: pensiamo alle rotte deviate per evitare il Mar Rosso e alle conseguenti congestioni a Singapore o Rotterdam, o all’aumento delle rotte transpacifiche che ha conseguentemente aumentato la pressione sui grandi hub.

Le congestioni che ne conseguono possono essere di tre differenti tipologie: la vessel congestion, che vede moltitudini di navi in fila in rada, la yard congestion, con piazzali pieni di container da organizzare e gestire, e la gate congestion, ossia lunghe file di camion in coda ai cancelli. Oltretutto, queste differenti tipologie di congestione si alimentano a vicenda, e spesso le une sono causa delle altre.

Gli effetti delle congestioni portuali

Quando uno scalo si affolla, i ritardi si propagano come onde. Ad esempio, in porti come Los Angeles, Chittagong o Durban, l’attesa media delle navi supera i tre o quattro giorni, e aumenta esponenzialmente nelle situazioni critiche. Questo provoca costi aggiuntivi per demurrage e rallentamenti nelle supply chain. Inoltre, non sono da sottovalutare gli impatti ambientali: diesel bruciato da navi ferme e camion che restano in coda contribuiscono all’aumento delle emissioni.

Dal punto di vista industriale, si registrano interruzioni nella produzione, ritardi nelle consegne e necessità di aumentare scorte sul territorio, con conseguente aumento dei costi logistici globali.

Strategie per prevenire e gestire la congestione

1. Potenziamento infrastrutturale

In particolare, l’ampliamento delle banchine e l’automazione (gru, TOS avanzati basati su AI, digital twin) consentono di aumentare il throughput .

2. Pianificazione dinamica e previsione

Grazie all’analisi dei flussi, sistemi predittivi e intelligenza artificiale consentono di organizzare arrivi e partenze con minor sovraccarico.

3. Diversificazione delle rotte e utilizzo di porti alternativi

Quando i porti principali sono al limite, diventa fondamentale deviare verso scali meno congestionati. Si vedano i vantaggi ottenuti passando da Anversa verso Rotterdam o altri hub regionali .

4. Ottimizzazione della manodopera

Contratti flessibili, turni incrociati tra porti, assunzioni mirate possono contenere i colli di bottiglia umani .

5. Digitalizzazione delle procedure doganali

La riduzione delle formalità cartacee e l’implementazione di EDI o sistemi digitali permettono snellimenti nei tempi di sdoganamento.

6. Visibilità in tempo reale

Dashboard come quelli offerti da GoComet o altri provider forniscono dati live su arrivi, code e tassi di occupazione del terminal.

7. Coordinamento tra stakeholder

Collaborazione tra armatori, terminalisti, autorità, TOS e traffic manager facilita flussi più fluidi e sincronizzati.

In breve, le congestioni portuali non sono inevitabili, sono la conseguenza di una serie di criticità operative, prevedibili e non. 

Concludendo, vale la pena notare che solo un approccio integrato tra operatori, autorità portuali e partner logistici può realmente prevenire le congestioni. 

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